La Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo, comunemente chiamata degli Stimmatini, è una famiglia religiosa di confratelli (sacerdoti e non) di vita apostolica.
Secondo l’idea di S. Gaspare, gli Stimmatini devono essere “monaci in casa e apostoli fuori”.
Monaci in casa…
In casa gli Stimmatini vivono come dei monaci, cioè – per dirla con il Vangelo – “stanno con Gesù”. La nostra vita di consacrati trova la sua ragion d’essere nella ricerca personale e comunitaria del volto di Dio, centro e motore della nostra esistenza.
Un clima di silenzio e di raccoglimento favorisce la meditazione, lo studio personale. Uno dei momenti qualificanti è la Lectio Divina, cioè il radunarsi attorno alla Parola di Dio per meditarla insieme e ascoltare ciò che il Signore dice a ciascuno e alla comunità. Non è possibile essere annunciatori credibili dei Vangelo, testimoni, se non ci si incontra personalmente con Dio.
Un orario comune scandisce i momenti principali della giornata: i momenti di preghiera, i pasti, il lavoro, la distensione e il riposo. La comunità intera nei giorni stabiliti si raduna per incontri di revisione di vita, di programmazione, di ritiro spirituale, di aggiornamento.
A ciascuno è affidato un compito per il buon andamento della comunità: superiore, economo, bibliotecario, sacrista, ecc.
Tutto è messo in comune e tutti i confratelli possono usare gli strumenti che servono per le attività apostoliche.
In contrasto con l’individualismo, gli Stimmatini si impegnano a vivere insieme come fratelli in Cristo. Pur diversi per età, carattere, cultura e provenienza, vogliamo dire al mondo che è bello e gioioso vivere insieme come fratelli. Anche se non è sempre facile. Le gioie e le sofferenze di ciascuno sono condivise dall’intera comunità, che a tutti offre gli aiuti necessari alla propria crescita in umanità e grazia. Viviamo insieme, religiosi sacerdoti e fratelli consacrati.
…e Apostoli fuori
La nostra è una vocazione missionaria.
S. Gaspare Bertoni ci ha voluto come Missionari Apostolici in aiuto dei Vescovi.
Ci ha detto: “Nella diocesi e nel mondo, andate dappertutto!” Andiamo per annunciare Cristo, la Parola viva che abbiamo contemplato e sperimentato nei Sacramenti e nella comunione fraterna; andiamo come ambasciatori di Dio che per mezzo nostro chiama gli uomini alla conversione: “Chi ascolta voi, ascolta me”, dice Gesù. Andiamo invitati ufficialmente dai Vescovi, i successori degli Apostoli, in sintonia e in comunione piena con loro, pronti ad ogni istante ad aiutarli nel trasmettere, difendere e rinforzare la fede cristiana, attraverso la predicazione.
Andiamo dappertutto: nelle città e nei paesi di campagna, nei quartieri ricchi e nelle zone povere, nelle fabbriche e nei luoghi malfamati. Ci vuole un cuore grande come il mondo.
Parliamo a tutte le categorie: ai laureati e agli analfabeti; ai preti, alle suore e ai carcerati; agli operai e ai disoccupati; ai ragazzi, ai giovani e ai moribondi…
Pronti a tutto, ad affrontare qualsiasi difficoltà, con la grazia di Dio: freddo, povertà, insuccesso, ostilità, incomprensioni, rifiuto, malattie e anche la morte.
Con un unico scopo: portare tutti a conoscere e ad amare Dio che ci ama; e ad essere parte viva della Chiesa.
Tutti – sacerdoti, fratelli e collaboratori laici – insieme per servire alla Chiesa, offriamo il nostro contributo secondo i doni spirituali e le capacità personali, in spirito di collaborazione con gli organismi diocesani, con i parroci, gli altri Istituti religiosi e con tutte le forze vive della Chiesa. Complementari, non alternativi. Alcuni di noi, particolarmente preparati, vengono tenuti liberi da ogni impegno che li obblighi ad una residenza stabile, per essere disponibili alle chiamate urgenti dei vescovi, o per compiti particolarmente delicati, per predicazioni specializzate di missioni popolari rinnovate, direzione di Esercizi Spirituali, per conferenze o corsi di insegnamento nei Seminari o scuole di Teologia per laici…
Altri confratelli sono impegnati nella guida pastorale di parrocchie, nell’insegnamento nelle scuole cattoliche, in Case di accoglienza o come cappellani negli ospedali. l confratelli anziani o ammalati partecipano con l’offerta delle proprie sofferenze e con la preghiera.